Ansia da Fase2: come gestirla

Il 4 Maggio sarà la fine del lockdown, e anche se non molto sembrerebbe cambiare dalla Fase 1, per molti significherà affrontare un rientro al lavoro e alla vita fuori di casa, un cambiamento che può esser vissuto con ansia e preoccupazione.

Per chi l’ha fatta davvero, la quarantena ci ha offerto una vita di clausura, lontano dal virus ma anche lontano da tutti. Si è creata per molti una sospensione del tempo e della vita, persi tra cucinare un pasto e l’altro, tra un film e una video lezione, protetti dalle proprie mura domestiche. Più viviamo dentro casa però più la nostra visione della faccenda coronavirus si sta restringendo e la vita al di fuori rischia di esser considerata troppo pericolosa, sconosciuta e soprattutto inaffrontabile.

Dunque come affrontare questa Fase 2?

Avere paura è normale, e sarà proprio questo sentimento a permetterci di continuare a rispettare le regole e gli altri, se però la paura cresce in modo esponenziale, si può trasformare in PANICO. Un’emozione ben diversa, paralizzante e non protettiva.

Se nella vostra vita avete già sperimentato delle reazioni di ansia o panico a seguito di eventi stressanti o traumatici, che non siete riusciti a risolvere in precedenza, non stupitevi se in questo periodo si ripresentino con forza emozioni negative simili. Tuttavia, sebbene l’ansia da contagio sia reale, il panico non è utile, e se si presenta in modo preponderante, è possibile che rinnovi la sua energia da questioni non risolte della vostra vita, riportando a galla paure ed angosce che arrivano da lontano.

Ecco che allora occuparsi delle proprie emozioni in questo momento diventa ancora più importane per guardare alla ripresa di una vita in convivenza con il virus.

Su Science, alcuni studi effettuati sui prigionieri statunitensi durante la guerra del Vietnam, che hanno vissuto per molto tempo isolati in minuscole celle sotterranee, hanno riportato che per alcuni prigionieri l’ottimismo, cioè il credere che sarebbero sopravvissuti e usciti vincenti dalla guerra, era stato uno dei fattori protettivi più importanti per il mantenimento della loro salute mentale.

È ripartendo da sé stessi e dalle proprie risorse che si può affrontare la risalita, il mondo fuori è cambiato ma le risorse che avevate prima dell’inizio della pandemia ci sono ancora, vanno riattivate e richiamate, rinforzate.

E allora utilizziamo questi ultimi giorni di lockdown per iniziare a proiettarci nella prossima fase, la mente ha bisogno di immaginare e pianificare, sarà faticoso si, non per tutti allo stesso modo, ma necessario.   Immaginatevi più e più volte tutte i passaggi della situazione nuova che dovrete affrontare, iniziando a prepararvi a viverla nel futuro, la mente riconoscerà le vostre azioni come qualcosa di già conosciuto e quindi più affrontabile, quando lo starete facendo per davvero.  

Non possiamo cambiare ciò che succede fuori, ma possiamo cambiare come ci sentiamo dentro. Se necessario, ricercate un aiuto specialistico, anche online. Il Coronavirus può diventare una buona occasione per iniziare ad occuparsi di ciò che vi disturba da tempo e che ora non si riesce più ad arginare.

Infine, se avete un amico, un collega o un parente di cui vi fidate, che in queste settimane di lockdown non ha mai smesso di lavorare, telefonategli e parlateci, fatevi raccontare un po’ come gestisce le sue giornate e le sue preoccupazioni.  Anche il suo racconto vi aiuterà ad immaginarvi nel riprendere le attività quotidiane, ad immaginare che si può, in un modo nuovo, tornare a vivere.

Un confronto con chi si è adattato prima di noi può essere utile, in fondo loro, in questa fase due, ci sono sempre stati.

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